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      Ero risoluto a fare sulla letteratura meridionale - la quale, considerata dal lato dell'arte non è che un'eco - un paio di lezioni. Ma che volete? Il soggetto m'ha invescato, si tratta di cosa nostra, m'è parso che qualcuno di quei poeti, quantunque nessuno avesse genialitá, non fosse apprezzato quanto meriterebbe: e noi che apparteniamo a quelle province ove essi fiorirono, abbiamo particolare interesse per essi.
      Perciò la trattazione si è allargata.
      Volevo fermarmi qui. In una passata lezione vi dissi qualche cosa del Parzanese e del Sole. Vi dissi poco, perché non avevo tutti i loro scritti e che so? prima di parlarvi di uno, voglio vedere la sua persona tutta intera innanzi a me. De' bravi amici mi hanno indotto ad addossare a me stesso quel lavoro che volevo addossare a qualche altro, ed oggi vi parlerò del poeta irpino.
      Pietro Paolo Parzanese nacque in Ariano nel 1810. Era bambino quando erano giovani Leopardi, Manzoni, Niccolini e gli altri che preparavano que' nuovi mondi di cui egli piú tardi doveva prendere la sua parte. La sua vita fu breve, idillica. Dal seminario uscí considerato come portento d'ingegno, fu prete, predicatore, canonico, non uscí dal suo paesello che poche volte, venendo di tanto in tanto a libare le aure di Napoli, e morí per caso in un albergo di Napoli, nella miseria.
      Ogni uomo che ha un certo ingegno, ha dei libri prediletti. Guai a quel giovane che non abbia simpatia per alcune speciali produzioni dello spirito ed anche della natura. I libri prediletti dal Parzanese furono la Bibbia e Virgilio.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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