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      Questo concetto abbellisce l'altro della predestinazione e lo innalza fino ad essere religione.
      Basta questo perché il villaggio sia poetico? No. Vi ho spiegato piú volte che un concetto, per sé solo non è poetico, come il contenuto bruto, il materiale non è poesia. Ebbene, che cosa è alla cima di quel mondo di cui è base il villaggio? V'è il buon Dio, Gesú bambino, la Madonna, gli angioli, i santi, serafini e cherubini: un'altra regione da cui quei del villaggio si credono scesi, la quale credono sia loro patria, loro consolazione futura, e vi aspirano.
      Quale legame unisce quella base e quella cima? Perché sarebbe insipido rappresentare la miseria del popolo e poi ficcarci Dio, Gesú, la Madonna. Tutto questo non basta pensarlo, bisogna sia sentito, e come ben dice Schiller, se penso Dio il mio pensiero appartiene a tutti, se sento Dio, il mio sentire appartiene a me. Il sentimento costituisce la personalitá umana, toglie via distanza di tempi e di spazi, unisce que' due mondi, li fonde insieme. Bisogna guardare dunque se c'è un medium, un legame tra il villaggio, vita transitoria e di esilio, ed il cielo, vita eterna e di pace.
      Questo mezzo è la natura spiritualizzata. Nella natura sono certi elementi, i quali pare scoprano a' sensi qualche cosa di incorporeo, che ci tira su dalla grave materia in cui siamo e ci trasporta coll'immaginazione nell'infinito.
      Questi elementi son ciò che si chiama l'espressione della natura, per l'impressione che essa fa sullo spirito di colui che la guarda con amore.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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