Sono situazioni semplici e non sviluppate che producono un moto tranquillo, senza contrasti, accettato da tutti: non c'è l'aspirazione dell'anima che è l'indefinito di Victor Hugo e di Lamartine; ma la fede viva, la persuasione che quel villaggio è un esilio, e la vera patria è il cielo. Nessuna situazione nel Parzanese che si possa chiamare drammatica, nessuna che presenti contrasto ed antitesi. Egli ci pone innanzi non la vita nella sua formazione, ma la vita ne' risultati di questa, nell'ultima situazione che nasce dalle lotte e da' contrasti della formazione stessa. La quale dal Parzanese è tenuta nell'ombra, appena accennata per far capire la situazione che n'è nata. Perciò tutte le sue poesie sono liriche e musicali. Le poesie popolari, anche quelle in dialetto, vi danno, per esempio, l'amante abbandonata, l'amante tradito e simili, brevi situazioni con qualche cenno appena degli antecedenti, perché il popolo si ferma a ciò che è essenziale nella situazione ultima e ne fa il motivo, il ritornello. E poi, nel Parzanese c'è sempre tranquillitá, perché, anche trattandosi di dolore e di strazio, non manca il Deus ex machina, la patria celeste, la Madonna, Dio, che danno consolazione.
Permettetemi qualche esempio, per uscire dal generale. Immaginate di trovarvi a Sorrento e vedere accostarsi lentamente una vela: è una barca in cui è una giovanetta biancovestita sí che pare un fantasma.
Appressandosi a poco a poco, ella canta una preghiera in cui si fa cenno della morte d'un pescatore che ella amava: giunta al lido si addormenta: in quella lingua, addormentarsi vale morire.
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