È appena accennato il fatto che la fanciulla muore perché è morto l'amante; ma notate che il poeta non dice muore: la fanciulla, per lui, si addormenta e va a svegliarsi in Paradiso. È una di quelle forme cavate dal suo mondo che danno tinta uniforme a tutte le poesie.
Prendiamo un'altra situazione, la piú bella, forse, delle sue poesie. È una fanciulla che sta estatica a guardare la stella mattutina. Che è nel suo cuore? Che pensa? Nessuno lo sa; ed in questo non sapere è appunto la vera poesia del Parzanese, perché quando finisce e determina tutto, cessa la poesia; e rappresentare la natura come qualche cosa che solleva l'anima di lá dalla terra, è anche mezzo di poesia. Quella fanciulla era una silfide del villaggio, gaia, lieta, leggera, innanzi alla bella natura rimaneva estatica, contemplava la fontana, la nebbia, il lago argenteo. Ebbene, ella cosí spensierata in apparenza, eccola lí a guardar fiso la stella mattutina. Che è quella stella? È il medium, uno di que' mezzi che servono per avvicinare il villaggio al cielo. Il poeta domanda: fanciulla, che vedi? Ella non risponde, ed il poeta cerca una risposta alla sua stessa domanda. - Vedi forse un angiolo? Oppure quella bella immagine la quale quando nascesti e piangevi, ti rendeva il volto sorridente? O quel non so che apparso talora ne'tuoi sogni simile a fanciullo con ali dorate? O è quella la stella che, quando sarai purificata dal dolore ed andrai in cielo, sará tua dimora e ti fará piú bella? - Tutte queste domande sono molto poetiche, vi tirano in regioni indefinite.
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Paradiso Parzanese
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