Il poeta popolare non rimane passivo innanzi al popolo, innanzi a tanta ignoranza e miseria si commuove, cerca farvi penetrare raggi di un mondo superiore. Pietro Paolo Parzanese per noi è - come ho detto sin dal principio - il buono e pio poeta del villaggio.
[Roma, 23, 24 e 25 febbraio 1873.]
XII
NICCOLA SOLE
Duodecima lezione del prof. Francesco De Sanctis.
L'ultimo nato de' poeti meridionali de' quali ci occupiamo, fu Niccola Sole, il poeta lucano. Nacque nel 1821, anno sí memorabile nella nostra storia politica e tirò innanzi fino al cinquantanove; vide appena l'alba del sessanta. Si rivelò poeta a ventitre anni col Carmelo. Fu una novitá questa poesia? Era annunzio di una novella parola per la Basilicata? No, Niccola Sole era giá noto.
Dopo la solita esistenza del seminario, venuto in Napoli, rimase un anno nel Collegio medico. Poi, infastidito di quegli spettacoli anatomici, cangiò obbiettivo, e ad un tratto si volse agli studi forensi. In poco tempo fe' i suoi bravi esami, ebbe la sua brava laurea e non volendo iniziare in Napoli una carriera preveduta lunga, andò a Potenza e fe' l'avvocato penale. Come avvocato era giá noto quando pubblicò il Carmelo, né vi fará meraviglia se ricordate che gli studii erano allora piú rapidi, gli esami piú facili, e si andava agli esami anche senza aver compiuto tutti gli studii.
Ma era anche reputato il piú felice verseggiatore di quel tempo. Quando studiava medicina - ed era direttore spirituale, o prefetto del collegio don Angelo Antonio Scotti che lasciò fama sí triste di sé, - Niccola Sole improvvisava.
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