A Senise, suo paese nativo, improvvisava; a Potenza improvvisava. Giunse colá una volta Regaldi, il famoso improvvisatore, ed il Sole gli contese il premio: il Carmelo non era un primo lavoro; ma l'epilogo di quel periodo della sua vita d'improvvisatore, una poesia seria come termine delle forme volgari del verseggiare improvviso, un'aspirazione a qualche cosa di piú elevato.
Quali argomenti trattava Niccola Sole? Simili alle rime obbligate, argomenti che dava il pubblico, ne' quali egli, il capo pieno di Dante, di Petrarca, della Bibbia, gettava il suo arsenale ricchissimo di forme poetiche.
Sopravvenne il quarantasette ed il quarantotto, nuovi astri luminosi scintillarono, Pio IX, Gioberti, Lamartine. Quegli avvenimenti colpirono tutti, in breve tutto fu libertá e lega italiana, non parlandosi ancora di unitá nazionale; e si nota la ripercussione di quegli avvenimenti nell'immaginazione del Sole. Di poeta vagante d'uno in altro tema, eccolo divenuto poeta patriottico, eco popolare di tutti que' fatti che, narrati in Basilicata, percotevano le menti del popolo. Egli fu come il segretario del piccolo cerchio sociale in cui si trovava.
Che cosa sono quelle poesie patriottiche? Inni, carmi, romanze, canzoni; rapido riflesso di tutto ciò che allora accadeva: inni di guerra, versi alle donne lucane, a' siciliani ribellati, sui tanti piccoli episodii della rivoluzione, la Bolognese, il Gondoliere veneziano; e poi nel fondo gravi canzoni a mo' di Petrarca, al Lamartine, al Gioberti, all'Italia.
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