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      Se ciò fosse solo nel primo periodo, non sarebbe male. E dirò, che tutt'i poeti hanno un primo periodo di vita in cui sono senza contenuto e senza forma propria, simili a fanciulle che non concepiscono ancora l'amore e rimangono nel rêve: dominano allora le reminiscenze della scuola, il poeta si cerca e non si trova. Se Niccola Sole fosse stato tale nel suo primo periodo, quando improvvisava, nessuna maraviglia. Ma dopo, il carattere della poesia, innestato nel carattere del poeta, si determina; gli avvenimenti lo spingono e gli dicono: Sii poeta patriottico, abbi un contenuto ed una forma.
      Ho letto tutte queste poesie patriottiche. Quando gravi commozioni traggono il popolo dalla vita normale e lo sollevano ad una vita sovreccitata, nervosa, poche parole, pochi pensieri valgono a produrre grande impressione. Un popolano, Masaniello, che si gitta in mezzo alla folla e grida: fuori le gabelle!, è piú eloquente di Cicerone e di Demostene.
      Ci era un complesso di parole e di pensieri, luogo comune di quella rivoluzione: l'Italia, la lega italiana, la libertá, la guardia nazionale, i tre colori, lo sbirro tedesco, il croato e il Rataplá, e il Chi va lá, e via via. Che sono quelle poesie, cantate allora e ricantate, oggi dimenticate? E che sono queste poesie patriottiche del Sole? Ricca immaginazione che si avvolge intorno a quei luoghi comuni. Dovettero fare grande impressione a quel tempo; bastava la parola nuda per sollevare le masse: produssero effetto salutare nella sua provincia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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