Ma nessun'eco lontana n'è rimasa, né a lui è stato dato nome di poeta del quarantotto. Poeta del ventuno fu il Rossetti, il poeta del quarantotto c'è stato, ma non sorse in mezzo agli avvenimenti, perché quando l'azione scoppia, la poesia accompagna come musica, non crea. Il poeta del quarantotto nacque prima di quegli avvenimenti, ed il contenuto di essi fu da lui elaborato nel dolore e nel silenzio della meditazione: parlo di Berchet. - Tutto quello che nel quarantotto fu azione, sentite fremere in lui come contenuto poetico, ciò che fu storico dopo, si sente in lui come mondo poetico. E questo pare abbia sorpreso il poeta della Basilicata. I suoi studii, la sua educazione, il suo carattere non avean nulla che lo rendesse malinconico, triste, sitibondo di quel nuovo mondo poetico che doveva venire. Perciò non poteva essere creatore di poesia patriottica: sentiva la patria come quelli della sua provincia, rappresentava luoghi comuni con splendore di forme. Quelle poesie non lasciarono traccia, simili alle foglie della Sibilla che, pronunziato l'oracolo, si sperdono qua e lá come il vento le porta.
Dopo il quarantotto il contenuto patriottico va via dalle poesie del Sole con la stessa facilitá con cui vi era entrato. Non solo non si trova niente di quel movimento nelle poesie posteriori; ma l'autore, sentendo che il suo piú serio titolo di gloria era il canto al Mar Jonio, ebbe la crudeltá di mutilarlo e, per renderlo accetto ai tempi tristi venuti dopo, toglierne ciò che v'era di sentimento patriottico, specialmente al principio ed alla fine.
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