Poco dopo anche Gesile muore, ed il tempo, conchiude il poeta, dissipň urna, gineceo, e pietre ed ossa.
Quante belle situazioni offrirebbe questa storia se l'autore avesse voluto sviluppare quell'amore, anche pudico, se vi avesse messo sentimento, lasciando le forme prese a prestito. Come s'esprime egli?
Ai verecondi sguardi, a le tremantiParole di speranza uniasi il mesto
Gemir de la corrente, e la canzoneDe l'uccel dei rosai!... Vergini stelle
Carezzavan la lagrima pudicaDei fortunati! - E l'alba tremolava
Su le marine d'Oriente, e il primoRiso del giorno imporporň gli amanti
In dolce atto di ciel. -
Vedete il sole nascente, udite il mormorio delle acque, non vedete quello che dovreste vedere, Gualtiero e Gesile. I loro nomi vi sono, ma essi non lasciano impressione, ed era pur lí la situazione drammatica che l'autore doveva rappresentare.
Questo non č difetto del Sole, č tutto un sistema, il sistema delle forme bibliche. C'č un tempo in cui l'intelligenza non giunge a concepire idee in sé stesse, ed ha bisogno di simboli che non sono viluppo ma velo, attraverso il quale si puň vedere l'astratto. Cosí comprendete l'Antico Testamento, nel Nuovo essendo giá un nuovo spirito di amore, di caritá, di pace, che non ha bisogno di velo; cosí comprendete anche il Paradiso di Dante. Ma rappresentare a quel modo una persona viva, č fare di quelle statue che compariscono nell'infanzia dell'arte, semplici busti, le mani unite al corpo, gli occhi senza sguardo: esseri cristallizzati, di cui l'anima rimane ignota.
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