Tutto il carme, se lo leggete, è fatto a questo modo, contenuto biblico in forma moderna. In Dante, nella Bibbia quel contenuto ha una forma corrispondente, una forma semplice e naturale. Lo scrittore non dubita punto di quelle visioni che vuol rappresentare, parla con ingenuitá fanciullesca. Se uno scrittore di que' tempi dovesse rappresentare Gesile direbbe qualche breve parola pronunziata, secondo la tradizione, da lei, e la risposta di Gualtiero; non andrebbe cercando le acque mormoranti, il sole che nasce. Invece qui vedete un autore moderno nella forma ed un contenuto antico al quale non si dá novella vita.
Ma dovete pensare che, quando scrisse il Carmelo, Niccola Sole aveva ventitre anni. Verrá tempo che le braccia di quella statua si muoveranno, gli occhi acquisteranno luce, le forme diventeranno piú libere, egli troverá un contenuto che gli dará piú sincera ispirazione.
Ed avremo non i canti patriottici; ma il canto della sua provincia, il Canto al mar Jonio, nel quale, fra le impressioni e le memorie del suo paese, si affermerá poeta lucano. Piú in lá il movimento scientifico avrá nell'immaginazione del Sole una ripercussione non senza importanza, degna di essere studiata.
Di queste poesie parlerò nell'altra lezione, e vi darò anche la conchiusione dell'esame della coltura meridionale.
[Roma, 2 e 3 marzo 1873.]
XIII
NICCOLA SOLE
Decimaterza lezione del prof. Francesco De Sanctis.
Verso il 46 o 47, quando si radunò in Napoli il Congresso degli Scienziati, quando si cominciava a parlar d'Italia con qualche libertá, dopo l'eccletismo di Cousin e il panteismo alemanno, giunse qui, e produsse profonda impressione un libro intitolato Del Primato Italiano.
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