Ne' metallici nervi, ond'io lo investo!».
E il mio pensiero, o Dio, pel mar profondoVa, se le vie ragguaglio in tempo eguale
Che per l'atomo infermo, in cui lo ascondo!
Ecco un bel brano di nuova e vera poesia, la quale rappresenta l'entusiasmo per la scienza che allora empiva gli animi. Ma Niccola Sole non si contenta di questo, e corre appresso ad un macchinismo vecchio e sbiadito.
La veritá č che Niccola Sole incontra una poesia di cui oggi ancora abbiamo solo l'alba; la poesia della scienza e della realtá. Il Canto al mar Jonio č tutto un passato in cui scava il pensiero; il Filo elettrico č un avvenire a cui tende la scienza e la civiltá. C'č la fonte della nuova poesia, manca il sentimento dell'importanza di essa ed il poeta le si avvicina come Giulio Genoino a soggetti comuni; di una nuova e grande poesia ha fatto una poesia d'occasione. La scienza era venuta per distruggere il vecchio materiale poetico; egli canta la scienza ponendole intorno tutto quel materiale.
Il difetto del Sole č difetto di tutta la coltura meridionale, vuota immaginazione, vuoto sentimento. Nell'alta Italia era un nuovo contenuto, anzi carattere proprio della letteratura italiana era che, mentre cadeva il vuoto formalismo arcadico e secentistico, risorgeva un contenuto patriottico e civile che doveva ridare sanitá e vita. Ma questo contenuto nel Mezzogiorno non trovň resistenza la quale pure č vita, trovň debole eco, fu accettato in tutte le sue contraddizioni, Byron e Leopardi, Lamartine e Manzoni, Guerrazzi e Mazzini, Giusti e Gioberti vi si trovano insieme.
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