Tanta roba cosí diversa e incapace di coesione non può fare impressione, è debole apparenza senza forza e profonditá, e nel Mauro, nel Padula, nel Parzanese, nel Baldacchini, nel Sole, accettata cosí, mostra leggerezza di contenuto.
Eppure, nessuna parte d'Italia era cosí colta allora come Napoli, nessuna dove l'erudizione e la dottrina fosse piú segnalata. Carlo Troya, Niccola Niccolini, Pasquale Galluppi, Ottavio Colecchi, Roberto Savarese, erano uomini che, anche se il loro contenuto non era originale, lo avevano riccamente e dottamente sviluppato. E, come suole avvenire quando la coltura è molto sparsa, c'erano famiglie intere date alle lettere. C'erano i Baldacchini, di cui vi ho parlato, i Dalbono ancora viventi, Cesare notevole per erudizione e purezza di forma, Carlo Tito di cui io, se mi permettete il paragone, dirò ch'è il piú napoletano de' napoletani, come fu detto di Palmerston che era il piú inglese degl'inglesi. E lo chiamo cosí non solo per la materia di studi in cui si è immerso, tutti soggetti cavati dalle nostre storie, ma anche per la natura immaginosa e vivace, per l'abbondanza e facilitá di forma, caratteri del napoletano.
Anche molte donne si occupavano di lettere, segno certo di coltura molto sviluppata. Attorno alla Guacci vedevi Irene Ricciardi, Adelaide Dalbono appartenente alla famiglia di cui ho parlato testé, Virginia Pulli. E non posso dimenticare una donna, le cui ceneri giacciono fuori della sua terra natale, Laura Beatrice Oliva. Né posso ricordarla accanto a Maria Giuseppa Guacci senza dirvi una mia impressione.
| |
Mauro Padula Parzanese Baldacchini Sole Italia Napoli Troya Niccola Niccolini Pasquale Galluppi Ottavio Colecchi Roberto Savarese Baldacchini Dalbono Cesare Carlo Tito Palmerston Guacci Irene Ricciardi Adelaide Dalbono Virginia Pulli Laura Beatrice Oliva Maria Giuseppa Guacci
|