Ma se questo modo di concepire e di sentire d'un dato tempo lo volete rendere universale, come potete comprendere Omero e Virgilio? Come comprendere Dante ed Ariosto, dove la sostanza č l'immagine o ciň che si chiama la parte plastica, corpulenta, in cui la vita circola liberamente con sangue buono e sano?
Tommaseo ch'č buon filologo ed erudito non applica la sua teoria quando parla di Omero e di Virgilio; allora il cristiano cede al filologo, all'erudito che sente le bellezze dei classici e le analizza bene. Non ha il coraggio di applicare in tutto la sua critica.
C'č stato un uomo che ha avuto questo coraggio ed ha applicato quella teoria crudelmente a tutti gli autori, a tutta la storia. Capite che parlo di Cesare Cantú. Il miglior commento5 a ciň che ho detto del Tommaseo sará di vedere le applicazioni che il Cantú ha fatto di quella dottrina.
[Roma, 23 e 24 marzo 1873.]
XV
CESARE CANTÚ
Decimaquinta lezione del prof. Francesco De Sanctis.
Cesare Cantú nacque quando gli studii storici erano la moda del secolo, quando Carlo Troya pubblicava i primi suoi lavori, Alessandro Manzoni i suoi discorsi su alcuni punti della storia del Medio evo, quando in Francia ed in Germania s'era afforzata la tendenza a questa sorte di ricerche e ingrandito il movimento relativo. Potete dunque comprendere perché i primi studii del Cantú, come del Grossi e degli altri della scuola lombarda, furono storici e sopratutto rivolti a conoscere meglio il Medio evo ed i tempi moderni, uscendo dai limiti di Grecia e di Roma in cui prima era stata chiusa la storia.
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