Di che s'imputava il secolo XVIII? Di aver falsata la storia, pur ingrandendone le proporzioni. Non era piú la storia strettamente politica come quella del Machiavelli e del Guicciardini; vi si vedevano le cause interne e non soltanto quelle che mossero gli attori principali; ma le grandi cause, sociali e collettive, religione, letteratura, scienza, arte, istituzioni politiche, economiche, sociali; immenso e nuovo materiale che il secolo passato portò nel determinare la storia.
Ma insieme, dicevasi, essa era stata falsificata, perché invece di servirsi di quel materiale religioso, filosofico, politico per ispiegare la storia politica, si torcevano, si mutilavano, si esageravano i fatti cangiandoli in istrumenti per propagare certe idee religiose, filosofiche, politiche. E, come suole accadere, la reazione combattendo il secolo XVIII, cadde nello stesso errore, e mutilava, torceva, esagerava i fatti per la propaganda e la giustificazione di un nuovo complesso d'idee. Se prendete il quadro che fa lo Schlegel della storia moderna, i lavori del De Maistre, del Ballanche ed anche della Staël, vedrete cambiata la musica rimanendo lo stesso motivo, cambiato il fine, rimasto quel modo di trattare la storia.
Ben presto la reazione religiosa si mutò in movimento filosofico: agli Schlegel si contrappose Schelling, piú tardi Hegel; in Francia sorgeva una nuova filosofia. Che accadde quando la storia uscí dalle mani teocratiche e capitò in mani metafisiche? Ci fu sempre la profanazione della storia come storia, si partiva da certi preconcetti e si usavano i fatti scientemente o no per mostrare la giustezza e la veritá di qualche concetto filosofico.
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