Ero giovane allora; ma ricordo il gran chiasso che si fece quando la storia fu pubblicata.
Ora che č divenuta? Ha ritenuta la sua importanza? Č stimata ancora un lavoro serio? Gli scrittori ricorrono ad essa? Si continuano le edizioni? - Voi avete giá pronta la risposta: č quasi caduta nell'oblio. Pure, se vogliamo intendere il significato di Cesare Cantú dirimpetto a Manzoni, dobbiamo un po' fermarci su questo lavoro colossale.
Com'č concepita la storia universale? Prima č il racconto de' fatti di un'epoca, come si faceva a' tempi del Guicciardini e del Machiavelli, racconto solo di fatti politici. Poi capitoli ne' quali si cerca rappresentare la vita religiosa, scientifica, letteraria, le istituzioni politiche, economiche di quell'epoca.
Intendete giá gl'inconvenienti di siffatto metodo. Non č piú la storia come arte, rispondente al suo obbietto di presentare tutta la vita d'un popolo. Non si puň gittar questa vita in un fornello chimico, decomporla e pigliarne i vari elementi l'uno staccato dall'altro; bisogna accettarla nella sua totalitá e far sí che i fatti esteriori sieno trasparenti e lascino vedere i fatti interiori, le cause religiose, morali, ecc. Separate i vari elementi, lavorate di analisi e l'unitá organica della vita vi sfugge, non avete mai l'ultimo risultato di un'epoca; conoscete piú o meno idee, costumi, istituzioni, avvenimenti, non tutto un periodo di tempo nel suo complesso.
Pure parecchi storici han seguito questo metodo, anche il Mommsen. Ma perché si possa riuscire a bene č necessario digerire que' materiali, assimilarseli, non compilarli semplicemente, ma imprimervi un'impronta propria e ricordare continuamente la connessione tra i fatti spirituali ed i fatti materiali.
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