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      Ciò sia detto a sua lode.
      Ma è egli solo un compilatore? Se cosí fosse, non ve ne avrei parlato: opere di compilazione hanno scopo limitato in piccolo cerchio e non lasciano orma duratura. Si può chiamare grande erudito come il Muratori ed il Tiraboschi per fatti scoperti o accertati da lui, entro fonti trovate da lui?
      Nemmeno questo. Ciò che importa davvero nella Storia universale è un'idea, un significato, che riattacca il suo autore alla scuola manzoniana.
      Cesare Cantú si professa discepolo del Manzoni, ed ho trovato questa frase di lui:«La sua luce (di Manzoni) diventò in noi calore» - . Manzoni infatti non è uomo di azione; contemplativo, e' rimase nel puro campo artistico, storico, critico. Conseguenza di questa posizione è che la sua scuola doveva diventare - e diventò veramente - un'arcadia. Mancava al contenuto manzoniano l'uomo militante che cercasse trasfonder quello nel campo dell'azione. Quest'uomo fu Cesare Cantú, e perciò ei diceva: la sua luce diventò in noi calore; - egli volle portare quel contenuto che rimaneva astratto, in mezzo alla vita reale.
      Nel contenuto del Manzoni, trovate la Chiesa cristiana nella puritá delle sue origini, la Chiesa cattolica degenerata e il mondo moderno. Manzoni solleva ad alto ideale poetico la Chiesa cristiana con le sue qualitá filosofiche e morali; della Chiesa degenerata non tocca, la considera come non avvenuta: pone il passato contro i vizi del presente. Accetta il mondo moderno, ma lo considera come implicato nell'idea cristiana, conseguenza dello sviluppo di essa.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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