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      Nondimeno, lasciamo questa parte appariscente della forma ch'è, se posso dire cosí, la superficie della forma, guardiamo al di sotto, alle parti essenziali della forma stessa, e vediamo se anche per questo lato quello si possa chiamare libro popolare.
      Si crede che un libro di questa sorta sia impresa da lasciarsi a' maestri che rimangono nelle basse classi, e l'educazione dei fanciulli sia cosa molto umile e molto facile. Ma è molto piú difficile scrivere un libro pei fanciulli e pel popolo che uno per la gente colta. Si è creduto che per parlare al popolo bastasse presentare parabole, esempii, racconti, aneddoti, novelle, cioè la parte sensibile dello scibile e non altro, e non fosse sopra tutto necessario una logica nello scrivere. È questo un errore e ne ho fatto esperienza io stesso quando nella giovane etá, e poi nell'esilio, ho avuto giovanetti ad educare.
      Prima condizione perché sí il fanciullo come l'uomo adulto ritenga quello che legge, è che ci sia una idea ben chiara come idea dominante, e questa abbia il suo sviluppo logico, cioè tutte le parti in cui essa si distribuisce, sieno bene analizzate. Eccellente esempio di quel che dico è la tavola sinottica dov'è un'idea madre ed un'analisi di essa perfetta come logica. Solo a queste condizioni un'idea entra nell'intelletto e si ritiene nella memoria; quando l'analisi non è ben fatta e non si vede la ragione della distribuzione e della successione delle parti, avete tante idee staccate, cacciate a forza nella mente, da cui fuggono il giorno dopo; perché se volete lasciare impronta fissa nella memoria è necessario l'impronta sia prima nell'intelletto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590