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      - Ricordate piú questi cinque figli? No, perché messi lí a casaccio. Perché cinque e non dieci e non tre? Tutti i vizii possono essere figli dell'infingardaggine. Vedete chiaro che l'idea madre non è bene analizzata. Credete poi che sien soli questi cinque vizii?
     
      - «Forse ne genererá altri per nulla migliori; ma restassero anche soli questi, son giá un buon dato. Un solo basterebbe a mandar chi lo adotta in prigione, o almen che sia all'ospedale, luogo ove vanno a ricapitare i pazzi, i vigliacchi e i tristi» -
     
      E qui dimentica i vizii e si pone a dire chi sono i pazzi, i vigliacchi e i tristi.
     
      «Non è un pazzo chi mette all'azzardo ciò che guadagnò col sudor di sua fronte? Non è un vile chi aspetta dal caso il bene che potrebbe guadagnare colle sue braccia e colla sua volontá? Non è un pazzo (da capo) chi, senza fame né sete, con pregiudizio della sua salute e della sua ragione, va a consumare ciò che gemerá di non aver piú quando la fame e la sete si faran sentire? Non è un vile e un tristo chi divora da solo in un momento ciò che basterebbe a mantenere piú giorni la moglie e i figliuoli, a scaldarli, a vestirli? Non è un pazzo chi dimentica gli affari suoi per brigarsi inutilmente degli altrui? Non è un vile chi cerca scoprire gli altarini del vicino? Non è un ribaldo chi va a strombettare ciò che altri avrebbe desiderato di tener nascosto?».
     
      Ed ora ricordate piú cosa è il ribaldo, il vile, il tristo?
      Son tante cose che vengono innanzi al Cantú, senza un concetto giusto e bene analizzato.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Cantú