Dico questo per venire alla parte efficace dei suoi scritti, alla sua riforma. Come Rosmini da filosofo si trasformò in uomo politico? Come sotto il pensatore sorse l'uomo di azione? Non è domanda oziosa; l'impronta della scuola lombarda è stata sempre rimanere fuori del campo dell'azione, come fu dello stesso Rosmini ne' primi suoi anni. Che era avvenuto di nuovo, che lo eccitò a trovare il modo di rigenerare la Chiesa e l'Italia?
Manzoni terminò i Promessi Sposi nel 1827, lo stesso anno che morí Foscolo. Seguí il 1830 con avvenimenti che suscitarono tante speranze e costrinsero anche il giovane Ferdinando a far il liberale. La rivoluzione in Francia trasse come conseguenza la rivoluzione nel Belgio e una sommossa in mezza Italia, capo quel Luigi Bonaparte che poi fu imperatore; - sommossa diretta non tanto contro i principi quanto contro lo Stato pontificio. Intanto Rosmini era in una villa del Padovano, e lá, mentre gli altri si battevano, egli fantasticava e pensava. Lá si formò quel primo germe che lo portò a dettare tutto un programma politico. Scrisse Le cinque piaghe della Chiesa. L'avevano contro lo Stato pontificio, ed egli cercò modo di riformarlo, applicando il principio stesso della letteratura manzoniana: ricondurre la Chiesa alla sua purezza primitiva.
Gli avvenimenti cambiarono, vennero proscrizioni, carceri, esili. Rosmini mise in serbo il libro e non se ne parlò piú. Nel 46 morí l'abborrito Gregorio, sorgeva una nuova stella, Pio IX, intorno a lui si serravano come intorno a papa liberale; Rosmini attendeva la riforma da un papa e disse: Ecco l'uomo.
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