Era questo il concetto di que' tempi, tutt'i liberali, come avviene quando si ha coscienza della propria debolezza, aspettavano le riforme civili da' principi. Anche la nostra costituzione è octroyée, direbbero i francesi, dal principe, e Rosmini credeva che la riforma religiosa dovesse esser fatta da un papa. Era anche questa la speranza di Campanella, che ebbe in risposta il carcere e la tortura. Rosmini ebbe in risposta: tu sei la sesta piaga della chiesa!
Ora importa vedere, posti questi grandi e nobili concetti, come Rosmini cerchi realizzarli.
[Roma, 20 e 21 aprile 1873.]
XVIII
ANTONIO ROSMINI
Decimaottava lezione del prof. Francesco De Sanctis.
Fissammo l'idea fondamentale onde procede la riforma di Antonio Rosmini. Il fine è la ristorazione del papato nella sua antica potenza e insieme col primato papale il primato d'Italia, come prima potenza cattolica. Base della riforma è la ristaurazione della Chiesa primitiva, sostituita alla chiesa attuale scissa in sé stessa; della chiesa vivente dove tutt'i membri sono spettatori ed artefici.
Vediamo come Rosmini applica quest'idea. Trattandosi di riforma, trovate una distinzione naturale nel libro: da una parte l'esposizione de' mali, dall'altra quella de' rimedii; una parte, diciam cosí, negativa, polemica; un'altra affermativa. Voi che ricordate come tuona Dante contro i mali della Chiesa, ricordate come il Sarpi con quel suo stile preciso e tagliente li anatomizza, la magniloquente maniera con cui ne parla il Campanella, il piglio ironico di Pietro Giannone quando oppone la Chiesa primitiva alla presente; - vi attendete in Rosmini qualche movimento corrispondente alle tendenze del secolo XIX nell'esposizione, sia dei mali, sia dei rimedii.
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