Scrive con calma perfetta, accompagnato sempre con testi di santi padri, della Bibbia, di dottori della Chiesa, quasi volendo chiamare a sostegno del suo tentativo per evitare la traccia di temerario, ciò che la Chiesa ha avuto di piú eminente. Questo vi spiega lo stile didascalico piú che eloquente del Rosmini; non è un oratore, è un filosofo che fa appello all'intelligenza, mettendosi in guardia contro ogni moto d'immaginazione e di sentimento.
Di piú, il Rosmini temeva sopra tutto essere dichiarato eretico. Il Lamennais, come sapete, fu scomunicato. Il Rosmini che tentava una riforma, colpito da scomunica, falliva lo scopo. Si volgeva ai principi, al papa, perciò la sua preoccupazione è d'indicare i mali e i rimedii, ma trovando insieme circostanze che possano assolvere, se non la Chiesa umana, almeno il redentore, la provvidenza che, secondo lui, assiste continuamente la Chiesa.
Per esempio, l'invasione dei barbari cancella la civiltá antica e gitta per secoli l'Europa nell'ignoranza. Dopo, la barbarie distrugge finanche il latino, stabilisce la feudalitá. Viene un tempo in cui preti e vescovi corrotti si servono della religione come mezzo per fini temporali. - Cose grosse a dirle ne' limiti in cui si chiude il Rosmini, che si dirige al papa. E bisogna vedere come tormenta sé stesso per giustificare la Provvidenza. - Come mai, si potrebbe domandare, la Provvidenza ha potuto permettere il trionfo della barbarie, la distruzione della civiltá antica? Ed egli trova il fatto conforme al disegno della provvidenza, perché questa voleva distruggere la societá pagana, fondarne una nuova: i barbari, senza saperlo furono suo strumento.
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