Quali sono i rimedi? La risposta è facile: se il male è il potere temporale con i beni annessivi, il rimedio è nel rinunciare a quel potere, a quei beni. - Ed è la risposta che tutti hanno fatta, specialmente il potere laico ogni volta che ha messo mano sui beni ecclesiastici. Non è uscita dal cervello di Rosmini; ma il suo maggior merito è di aver riferito con la sua voce di filosofo cattolico pio e credente ciò che da Dante in poi è stato il desiderio di tanti. Ha egli il coraggio di ricordare alla Chiesa il grido sublime di Pasquale III papa che, infastidito da quei beni temporali i quali lo tenevano legato e sottoposto al potere laico, pronunziò il gran motto: - rinunziamo a' feudi, - grido simile a quello della nobiltá francese quando rinunziò ai suoi titoli e alle sue proprietá.
Ma poiché Rosmini vuole che il papa e i vescovi facciano la riforma, può dir loro: lasciate i vostri beni, il potere temporale, e cosí la Chiesa tornerá grande? Lamennais l'ha detto; ma era un apostolo il quale si volgeva al popolo: Rosmini, che si volge agl'interessati, non può dirlo.
E poi, mettiamoci nella vita pratica e vedremo la ragione che rende Rosmini cosí discreto. Può il capo della Chiesa, possono i vescovi rinunziare ai beni? Certo, lo potrebbero quando fossero riformati, quando nella Chiesa penetrasse tale nuovo spirito di religione e di caritá che potessero senza dolersi fare la loro offerta sull'altare della fede. - Pretendere da essi ciò che farebbero solo dopo la riforma, come principio di essa riforma, è un circolo vizioso, è mettere prima ciò che non può essere se non risultato.
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