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      Rosmini dunque non insinua la rinunzia immediata alle ricchezze, al temporale, cerca un altro mezzo per la riforma presente.
      Poiché l'ingerenza dei laici nelle cose spirituali, de' chierici nelle temporali produce tanti danni, ebbene separazione e quindi conciliazione. A Cesare quel ch'è di Cesare, a Dio quel ch'è di Dio. La guerra è appunto in questa doppia ingerenza; togliamola, separiamo con giusti confini i due campi e si avrá la conciliazione, espressa in una formula diventata ora luogo comune: separazione della Chiesa dallo Stato. Risultato sará ciò ch'è espresso in altra formola la quale ha fatto il giro del mondo cattolico: libertá della Chiesa. Il giorno in cui voi separerete i due poteri, da una parte la Chiesa riacquisterá la sua libertá d'azione, dall'altra lo Stato riacquisterá la sua; avrete libera Chiesa e libero Stato: ciò che poi divenne il motto di Montalembert e che fu formulato da Cavour in Parlamento: libera Chiesa in libero Stato.
      Non vi spaventate - dice Rosmini - di quello che perdete; quel che acquisterete sará assai piú, e vi compenserá a sufficienza.
      E qui ha un curioso argomento: - gli Stati antichi erano pagani e quindi assoluti, i moderni sono cristiani e quindi costituzionali. Una volta uscitagli questa parola, la ripiglia subito e: non crediate ch'io adoperi il vocabolo costituzionale in senso moderno, intendo che tutti gli Stati moderni hanno per base una costituzione divina, il vangelo, e quando i principi non la rispettano, la Chiesa ha il diritto di deporli, di sciogliere i fedeli dall'obbligo del giuramento.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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