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      Ma per raggiungere questo potere sull'opinione, è necessario che la Chiesa si riformi e invece di essere ristretta nel papa, nei cardinali e ne' vescovi, si metta in contatto diretto col popolo e diventi tutta la comunione religiosa de' fedeli.
      - Ecco come il regime costituzionale e la democrazia entrano nella riforma di Rosmini. - Vuole che mettendosi in contatto col popolo, dandogli de' diritti e de' doveri, la Chiesa possa essere d'accordo con esso, sí che ne sia afforzato il papato, e s'imponga non piú come forza, ma come opinione.
      La democrazia ne' grandi riformatori è fine per sé stessa, qui è mezzo per riuscire a quel papato indipendente di cui fu tipo Gregorio VII. Che concede al popolo Rosmini? Non certi diritti propriamente detti: sono delle concessioni graziose del potere oligarchico.
      Il governo ecclesiastico nominerá il vescovo; ma è bene il popolo dia la sua approvazione. Né il popolo avrá l'amministrazione dei beni della Chiesa: questi beni, secondo Rosmini, oggi suscitano tanti scandali perché non se ne conosce l'amministrazione: ebbene, supponendo la Chiesa riformata, naturalmente si dovrebbe determinare l'uso de' beni, parte pel culto, parte per l'istruzione, parte pe' poveri, e dopo ciò sarebbe bene fare una specie di relazione con cui si facesse conoscere come sono stati amministrati, una specie di bilancio che si presenterebbe in ogni provincia all'approvazione del popolo, senza che questo entrasse direttamente nell'amministrazione.
      Troverete scarse queste concessioni.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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