Si può dire ad un popolo: per rigenerarti devi attendere trenta, quarant'anni? Bisogna che prima ci sia questo, poi quest'altro? Che avviene? Appena avuto il primo anello - un papa liberale - il popolo italiano percorse tutta la catena, scoppiò subito quella guerra che secondo Gioberti doveva venire dopo chi sa quanto, e perché l'impresa non era preparata, fallí.
Nel Rinnovamento Gioberti dice: guardate! si sostiene ch'io abbia colpa nel non essere riuscito il moto del 48. Ma perché non si è voluto seguire il mio metodo? - Pure la colpa è sua, avendo creduto regolare la vita d'un popolo a priori, con un metodo logico, confondendo la logica con la storia. Nella storia entrano gli umori, gl'interessi, le passioni, il caso, che perturbano la logica.
Il metodo di Gioberti oggi ci fa ridere di compassione, non ce ne rimane che un'aspirazione indefinita di un cattolicismo liberale, tutto il resto è svanito.
M'è uscita una parola grave: ridere di compassione di un uomo di tanto ingegno. Ma i suoi concetti sono facili utopie che lo legano a Campanella, anche lui utopista, ed a Rosmini. Però Rosmini, in fondo aristocratico, voleva servirsi della democrazia per ristabilire l'oligarchia religiosa e civile.
Gioberti in fondo ha tendenza prettamente democratica, si vuole servire del papa e de' principi come mezzi all'indipendenza nazionale. Questo suo fine lo distingue dal Cantú, dal Rosmini, dal fratello di Camillo Cavour, da altri che sono retrivi rispetto a lui. Quella tendenza adombrata, velata nel Primato, dove era costretto a far la corte a' principi, al papa, finanche a' gesuiti, si presenta alla svelata nel Rinnovamento, scritto con maggiore libertá, senza riguardi ad alcuno, e di cui il succo è questo: il primato italiano deve avere a base il primato della coltura, dell'ingegno e il riscatto delle terre.
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