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      Balbo dunque pone assai bene il problema politico, mentre Gioberti resta filosofo. Quegli dice: dato lo stato in cui ora è l'Italia, dove andremo? Se il punto di arrivo è lontano e chimerico, non si può raggiungere, perché una generazione dura poco sulla scena e vengono altre, ed allora il punto di arrivo non è speranza d'Italia, è disperazione: i popoli disperano quando hanno una meta utopistica, lontana. Perché l'Italia, la quale finora ebbe desiderii, ora abbia speranze, bisogna darle uno scopo che si possa conseguire in poco tempo, e bisogna che di questa possibilitá non si dubiti.
      Questa è l'origine del libro di Balbo le Speranze d'Italia, destinato a dare all'Italia uno scopo determinato col quale fosse possibile arrivare, invece delle aspirazioni lontane che le dava Gioberti.
      Della forma del libro, dedicato appunto a questo filosofo, vi dirò brevemente. Non fu mai piú vero il detto: lo stile è l'uomo. Vedete Cesare Balbo ne' suoi ritratti: asciutto, severo sicché pare per lui impossibile il sorriso, senza forme, alla buona, soprattutto con aria sincera e d'uomo da bene. Cosí si rivela nello stile, asciutto, diritto, senza distrazioni a diritta ed a manca, senza fiori, spregiando fronzoli, irto di osservazioni, in veste ruvida e scolastica: è stile che fa riflettere ed a lungo andare diventa pesante. Proprio il contrario dello stile di Gioberti, artistico, immaginoso, che aveva naturalmente tanta presa sul popolo italiano.
      Ma l'importanza del libro è nel suo contenuto. Se vogliamo cercare uno scopo sperabile, pensa Balbo, bisogna prima allontanare i sogni e le utopie.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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