Sotto queste profezie c'č un concetto serio, ed č altro merito di Balbo, dopo quello di aver assegnato uno scopo prossimo e preciso agl'italiani e gittato il senso politico in un popolo nutrito fin allora di sogni e di utopie filosofiche. Egli vide bene la parte permanente e sostanziale nella questione fra la Russia e l'Austria. Suo nemico era il cosacco, per lui la guerra d'Oriente era guerra di civiltá, e siccome per lui il primato doveva essere britannico, l'Inghilterra avrebbe rigettato la Prussia nella corrente slava, la Russia all'Oriente, l'Austria al Danubio. Questo concetto nella sostanza rimane: la Prussia e la Russia, nazioni giovani, forti, vittoriose, dirimpetto all'Occidente; l'Inghilterra col prestigio scemato, con la rivalitá dell'America che le turba i sogni, la Francia battuta, senza speranza di rialzarsi per ora, l'Italia una ma barcollante come se fosse spezzata, l'Austria chiusa alla strozza e obbligata a far buon viso al vincitore. La situazione rimane la stessa, l'Occidente da una parte, la Russia e la Prussia dall'altra.
Tra questo doppio merito del Balbo, č l'essersi ingannato in tutt'i particolari. A leggere questo libro dopo gli avvenimenti, par di sognare. L'unitá italiana creduta sogno, ora č un fatto, la lega italiana, creduta sí facile, non si ottenne, il primato britannico č svanito, abbiamo il primato germanico, l'Italia che doveva farsi col papa e col cattolicismo, si č fatta levandosi contro essi, e cosí via. L'unitá d'Italia non č stata conseguenza, ha tirato con sé l'unitá germanica; la guerra d'Oriente č ancora cosa futura, quantunque ne sia prefazione la spedizione di Khiva.
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