Massimo d'Azeglio dunque non č il piú grande della scuola cui appartenne, ma č il piú simpatico e piú popolare. Non ne avrei parlato cosí a lungo, se non volessi chiamare la vostra attenzione su un carattere speciale di lui, che non č stato bene avvertito. Appartenne, certo, alla scuola lombardo-piemontese; ma ebbe tale spontaneitá, tale indipendenza, e le corde del suo cuore vibrano cosí forte per il bene della patria, per l'indipendenza di lei, che non potete proprio collocarlo lí in mezzo. Ha molti punti di contatto con la scuola opposta, č come anello di transizione da Manzoni e Gioberti a Mazzini e Guerrazzi e Niccolini.
[Roma, 6 e 7 giugno 1873.]
XXIII
LA SCUOLA LOMBARDO-PIEMONTESE
CONCHIUSIONE
Ventesimaterza lezione del prof. Francesco De Sanctis.
Massimo d'Azeglio č uomo di transizione; pure appartenendo alla scuola lombardo-piemontese, accenna nei suoi propositi, nel carattere, nella lealtá sua, nella facilitá d'intonazione ad un'altra scuola della quale dobbiamo occuparci l'anno venturo. Questa transizione se fosse unicamente quistione di temperamento e di coltura, personale a Massimo d'Azeglio, non c'insisterei; ma si fonda su questioni importanti di metodi e di principii e perciň richiama la mia attenzione.
D'Azeglio mi conduce naturalmente ad esaminare il carattere determinante di una scuola illustre per tanti uomini valorosi, giá oltrepassata, ma di cui perň l'eco dura ancora; ed a darvi in ultimo non le linee principali, non potendo ripetere ciň che ho giá detto tante volte, ma la fisonomia specifica di essa.
| |
Azeglio Manzoni Gioberti Mazzini Guerrazzi Niccolini Roma De Sanctis Azeglio Massimo Azeglio Azeglio
|