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      Il cammino della storia si fa senza deviazioni, senza passaggi bruschi e violenti.
      Quando la lotta è in queste condizioni, le opinioni diverse che si contrastano il campo in una nazione possono unirsi, far tregua in certi momenti innanzi a fini superiori, comuni a tutti. Specialmente se si tratta dell'indipendenza, se la nazione stessa è in gioco, un paese è morto se vi sono partiti capaci di combattersi l'un l'altro in presenza del nemico: un paese mostra di non essere caduto affatto se è ancora capace di far la tregua per opporre tutte le forze al nemico comune. Allora il partito liberale o illiberale diventa nazionale od antinazionale. Ed è quella tregua l'ultima fase del movimento politico.
      Questo complesso d'idee oggi si chiama liberalismo, e costituisce la scuola liberale in Europa. Quelle idee, dopo lunga elaborazione hanno fatto molto cammino, gli stessi radicali lo confessano anche se le loro passioni non permettono sempre di porle in pratica. E chi paragona la Russia e la Turchia di quaranta anni fa con quelle di oggi, vede fino negli stati piú assoluti l'azione della scuola liberale che ha rese impossibili le durezze tiranniche e piú miti i costumi.
      Se sono riuscito a spiegare codesta scuola liberale, giá oltrepassata, quasi esaurita, poiché quelle idee sono ormai di tutti, vedete qui il germe de' discorsi, delle polemiche, degli scritti della scuola che abbiamo studiata, di cui Balbo è il dottrinario, Gioberti l'oratore, Rosmini il pensatore.
      Fin qui siamo in regioni astratte.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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