Tutto questo finí in un grande insuccesso, invece di avvicinarci a questo bell'ideale, abbiamo il sillabo, l'infallibilitá, un titolo nuovo e sinistro che prende il cattolicismo ed è clericalismo, un cattolicismo politico. Il movimento politico riusciva bene, non il religioso. E perché?
Lo dirò con profonda convinzione: fu non solo difetto di sentimento religioso nel popolo, ma negli stessi uomini che presero parte a quel tentativo, fatto non in nome della religione veramente, ma in nome della politica mascherata da religione. Di qui un fatto altamente deplorevole pel carattere italiano, uomini evidentemente scettici che vanno in chiesa e si picchiano il petto e insegnano il catechismo. È l'antica piaga italiana che ci ha impresso in fronte il marchio dell'ipocrisia, al cospetto degli stranieri, la quale si riapre e inciprignisce.
Di qui una conseguenza nella letteratura iniziata cosí splendidamente da Alessandro Manzoni in opposizione alla rettorica ed accademica che regnava innanzi. La forma popolare immediatamente degenera in forma rettorica ed accademica peggiore di quella prima.
Non sentite piú nei periodi eloquenti di Gioberti, in quelli lisciati, eleganti, accademici del Mamiani quella forma fresca e vivace del Manzoni. L'arte degenera nell'idillio e nell'elegia, come vi ho mostrato: risorge l'accademia e l'arcadia in tutte quelle confessioni di metafisici, in tutti quei discorsi astratti come quelli di Cesare Balbo, che non rivelano uomini animati da vero sentimento religioso, bensí lo sforzo di parere tali, perché ciò può essere utile politicamente.
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