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      In politica potete ammettere questioni di condotta, non deviazione di principii. Che un partito debba condursi con temperanza, con spirito di conciliazione e di mansuetudine, sta benissimo, e qui trovate bello esempio Massimo d'Azeglio, specialmente quando scrive sui casi di Romagna.
      Ma non č lecito da questo passare a principii, e, non sentendosi animati da vero sentimento religioso, dalla convinzione della necessitá di conciliare la religione colle idee moderne, simulare quel sentimento, quella convinzione. Preferisco Machiavelli il quale dice: voglio che la religione sia utile alla societá, - con un sorriso che vuol significare: per me, ci penso io, - all'uomo che professa dottrine di cui non č convinto. Tutto quel calore nella difesa, la facondia, lo spirito, la sottigliezza elegante, come si vede in Mamiani, mostrano appunto che non c'č il sentimento che nasce quando c'č la fede nei cuori.
      Molto male derivň da questa confusione che deploriamo anche oggi. E innanzi tutto essa servě a ricostituire l'ipocrisia nei caratteri, la rettorica e un falso modo di scrivere nell'enunziare quelle dottrine.
      C'č un'altra grave considerazione da fare. Badate che colui il quale parla di purificare il cattolicismo e ricondurlo ai tempi evangelici, di avvicinare le idee cristiane al mondo moderno, accenna ad opera santa, ma fa cosa assai imprudente finché non si entra nel campo dell'azione, finché quelle idee non sono diffuse dappertutto. - Per conoscere il presente, richiamerň per poco il passato.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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