Pagina (368/590)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ciò spiega la grande simpatia che ei potè destare in questo paese.
      Ma è lode questa che riguarda piú specialmente la sua persona. C'è però un fatto piú grave, legato interamente alla storia del sistema costituzionale fra noi. Al tempo della convenzione di settembre, l'Italia presentava una sinistra di venti o trenta persone, impossibili a sostenersi, fuori ogni limite costituzionale; ed un'enorme maggioranza, accozzo di tutti gli elementi e di tutte le opinioni che, come dice Livio, soggiaceva allo stesso suo peso e, finite le discussioni di principii, si risolveva in gruppi secondo le regioni, gl'interessi, le passioni.
      Allora quest'uomo ebbe un concetto al quale mi unii anch'io col Mancini e con altri napoletani, - ed è l'atto politico di cui piú mi onoro. Lo stato non poteva reggere se non si creava una opposizione parlamentare, costituzionale, nei limiti della legalitá, per diventare un giorno partito di governo. L'opera non è ancora compiuta, rimangono ostacoli da superare, ma il tentarla è di quelle azioni che rendono un uomo degno di tutta la gratitudine del suo paese. Ed il maggior merito di questa trasformazione d'una sinistra radicale, astratta, in sinistra costituzionale, legale, si deve alla guida intelligente che abbiamo trovata in lui. Ciò spiega perché tanto fra i suoi amici quanto fra i suoi avversarii il suo sparire desta grandi6 preoccupazioni; perché come disse uno dei suoi piú intimi amici e dei nostri maggiori patrioti, il Crispi: Chi lo sostituirá? Ma non facciamo calcoli sull'avvenire, non diciamo la Camera sará cosí e cosí: il paese dará la camera di cui sará degno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Italia Livio Mancini Crispi Camera