Però questa prima ipotesi non esisteva al tempo che si formò la democrazia moderna; lo Stato era dispotico, cioè la forza che doveva operare sulla parte stagnante, ignorante del popolo, era volta in senso opposto a combattere le classi intelligenti, ad imbarbarire di piú le stazionarie.
E poiché i liberali invocavano la libertá e la propaganda, i democratici rispondevano: che significato possono avere la libertá e la propaganda in uno Stato simile? Evidentemente tutti gli sforzi dei democratici dovevano essere rivolti a mutare lo Stato, imitando un esercito che ha innanzi una fortezza e pensa prima d'ogni altra cosa a prendere la fortezza stessa, per poter voltare i cannoni contro quelli che se ne servivano prima. Allora la democrazia doveva dichiararsi in istato di guerra permanente, e primo dovere dell'uomo che voleva conquistare la libertá, era il diritto d'insorgere. Quindi i democratici dicevano alla scuola liberale: - Quando inculcate preghiera e rassegnazione, quando vi contentate di scriver libri e di propagare a poco a poco le vostre idee, riuscite a sfibrare il paese, a togliergli l'iniziativa, a lasciarlo avvilirsi sotto il terrore o corrompersi, perché la forza e la corruzione sono le armi della tirannide. Per tenerlo sveglio non dovete assopirlo co' mezzi morali, ma trovare uno sprone acuto che lo faccia star sempre sul chi vive. Da ciò la necessitá dell'insurrezione. Quando si può apertamente mostrare le proprie opinioni, è dovere di ciascuno manifestarle anche nelle dimostrazioni.
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