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      E se non si può pubblicamente, si ha il dovere di raccogliersi, di affiliarsi, di organizzare la setta e cospirare. Giunta la cospirazione a formare un manipolo, comunque debole, bisogna protestare a mano armata e consacrare la causa col martirio. E se a forza d'insurrezioni potete riuscire a destare tutte le forze del popolo, allora, è il momento del tocsin, della rivoluzione.
      Questi principii della scuola democratica vi spiegano la storia del nostro paese e di Europa negli ultimi anni. Oramai si tratta di semplici dottrine: fortunatamente, siamo giunti a costituire la nazione col concorso di tutte le scuole, e posso dirvi che la democrazia santificava fino l'assassinio, opponendo alle uccisioni legali della magistratura dipendente, l'assassinio dettato da convinzioni indipendenti, puro, disinteressato, compiuto per fede cieca ne' principii, con sacrifizio di sé.
      Cosí purificato, esso s'innalzava sino all'eroismo - per cui rimasero celebri nella storia antica i nomi di Bruto, di Armodio, di Aristogitone. Alla formula della scuola liberale, rispetto all'ideale, fu opposta da' democratici l'altra: unitá, indipendenza, libertá. E poiché i democratici scrivono anche trattati filosofici, e quindi credono doversi servire di formule, ne hanno un'altra che comprende i mezzi da essi prescelti: - pensiero ed azione.
      Il pensiero, in sé, inattivo, è vuota astrazione, - sostenevano essi: gl'italiani finora sono stati letterati, non pensatori: il pensatore vero deve essere uomo d'azione, il pensiero, che non voglia rimanere vuoto ed astratto, deve essere azione.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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