Per conseguenza, lo stile della scuola liberale è analitico, storico, direi scientifico, - perché concependosi l'ideale attorniato dalle circostanze storiche, si ha continuo bisogno di analizzare queste circostanze, maestro Manzoni; - ed il linguaggio acquista precisione talvolta quasi scientifica. Ne' democratici lo stile è sintetico e poetico. Sintetico, perché, partendo da un ordine ideale giá ammesso senza discussione, essi non hanno bisogno di analizzare i fatti che per loro sono secondari ed accidentali, e perciò essi pronunziano quasi ex tripode da oracoli, per mezzo di massime in cui credono ed in cui, mercé un certo affetto e calore, cercano far credere gli altri. - Ed è poetico, perché, quando uno non solo crede all'ideale, ma lo ama fino al punto da offrire la vita per esso, fino al martirio, questo calore di sentimento penetra nello stile e vi rende impossibile la precisione storica e scientifica: la passione lo impregna, e vi traboccano tutte le agitazioni di questo povero cuore umano, l'ironia, l'umorismo, il sarcasmo, l'indignazione, ecc. Lo stile si fa colorito, si fa simile ad un'orchestra in cui ogni corda corrisponda ad un moto del cuore. Infatti, leggendo Lamennais ed altri di questa scuola, vi trovate un fare biblico, espressione del secondo carattere del quale vi parlo.
La scuola liberale ha pure le sue corde, principalmente l'ironia, di cui fa tanto uso Manzoni. Però l'ironia manzoniana è il sorriso d'un uomo superiore che critica la societá e ne mette in rilievo le debolezze, le compatisce e le tollera perché le comprende; tale ironia non è soltanto colorito ma ancora lo spirito della forma.
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