L'ironia democratica non è sorriso, non è coperta da amabilitá, è scoperta come pugnale acuto e brillante: sottoposta alle vicende della passione, quest'ironia dura poco e si muta in furore, in entusiasmo, ecc., è appena una punta che, fatta la ferita, non è piú quella: è un sentimento, mentre nella scuola opposta è sistema.
Negli scrittori liberali la lingua si accosta al popolo, alle classi inferiori, alla lingua viva e corrente, perché loro fine prossimo è usare i mezzi morali, propagare le loro dottrine. Ne' democratici è solenne, letteraria e talvolta anche convenzionale, perché essi non mirano ad istruire, ma a scuotere e ad infiammare. Lá somiglia ad un discorso, qui ad un proclama di generale d'armata, fatto sul campo di battaglia per animare i soldati.
Per riassumere, una scuola ha per principio un ordine storico, il vero, - l'altra un ordine d'idee, l'ideale; - una ha stile analitico, l'altra sintetico, - la prima ha lingua prossima alla parlata, la seconda lingua solenne, quasi apostolica, talvolta degenerante nel rettorico, perché non sempre si ha calore oppure il calore è fittizio. - Ecco perché molti libri della scuola liberale sono divenuti popolari, e quasi nessun libro della scuola democratica si può dir tale davvero. -
Ora possiamo venire senz'altro a parlare de' principali scrittori della scuola democratica. Ma innanzi tutto, vo' fare una cosiderazione la quale vi riuscirá consolante.
Da quanto ho detto parrá che gli attriti delle due scuole, armate l'una contro l'altra, dovevano menare al caos, non alla costituzione dell'unitá nazionale.
| |
|