- È un nostro confratello. - Mazzini se ne andò trionfante per aver visto la testa di un confratello e per aver guadagnato un altro proselite. L'iniziato era una spia, il confratello un carabiniere travestito.
Il giovane fu messo nella prigione di Savona dove fu lasciato tutto solo, fra cielo e mare, a meditare per qualche tempo.
Non mi tratterrò piú su questi minuti particolari. Aggiungerò solo che i giudici lo assolvettero perché c'era una testimonianza semplicemente, quella del falso carbonaro, essendo fuggito l'altro od indotto a non parlare. Ma egli era giovane d'ingegno, quindi pericoloso, ed il governo lo mandò via.
Nella solitudine del carcere avea pensato: - Cos'è questa Carboneria? Tutti si dicono carbonari e tutti ridono della Carboneria. Che societá può essere quella ch'è derisa dagli stessi suoi membri? E che societá è quella in cui un povero socio deve talvolta rassegnarsi a trovare vicino a sé una spia od un carabiniere? - La sua immaginazione cominciò a lavorare, e da quel lavorío uscirono le prime idee che lo condussero piú tardi a fondare la Giovane Italia.
Quando andò in esilio, giá si parlava molto in Italia de' libri di Guizot, di Cousin, di Villemain, di Thiers, di Lamennais e di altri scrittori francesi. Le poesie di Berchet circolavano segretamente ed accendevano gli animi; qualche cosa del Rossetti veniva da Londra; gli uomini del 21 da terre straniere mandavano le loro ire ed i loro affetti alla patria. In Francia era succeduta la rivoluzione, prossima a scoppiare in Italia.
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