E Mazzini, disperando dei vecchi, si volgeva a' giovani, e proclamava la Giovane Italia, intendendo riuscire ad un'Italia rifatta a nuovo e rifatta dalla nuova generazione.
Dirimpetto erano atei, materialisti, utilitari. La formola antica era: Libertá, Eguaglianza, Fratellanza. Egli accetta la formola, ma dice: - La libertá non č un fine, ma mezzo a sviluppare le nostre forze. L'eguaglianza anche essa č mezzo, e si vuole diventare tutti eguali, perché ciascuno possa concorrere ad uno scopo comune. E se sono quelli i mezzi, quale sará il fine per cui debbono servire? Non č l'individuo, proclamato libero ed eguale agli altri, sí che possa pensare a sé, al suo benessere particolare: allora ci saranno milioni d'individui, ciascuno separato dagli altri, ciascuno intento a' suoi diritti, e non ci sará la societá. Il fine per cui l'individuo dev'essere dotato di Libertá e d'Eguaglianza, bisogna cercarlo in qualcosa di superiore, nell'Umanitá; egli deve essere mezzo a realizzare la legge dell'umanitá, il progresso, a cui l'umanitá ha diritto secondo le forze concessele dall'Essere supremo.
Cosí la nuova formola č: Libertá, Eguaglianza, Umanitá. Al disopra della vita di ciascuno č una vita universale, fondata sulla legge del progresso, - il germe del progresso č nelle forze date all'uomo, ma regolate da una legge, da un ordine provvidenziale, che č in idea quello che l'umanitá č destinata ad attuare come fatto. Quindi la restituzione del sentimento religioso e la formula: Dio e Popolo.
Ma, oltre l'individuo e l'umanitá, ci sono gruppi d'individui, nazioni, le quali anch'esse hanno una missione rispetto all'umanitá. Ogni nazione ha le sue tradizioni ed il suo avvenire, ma ognuna deve apportare la sua pietra allo edifizio comune.
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