Viene finalmente Mazzini, ch'è il piú radicale di questi scrittori religiosi, e rappresenta le opinioni democratiche, come Manzoni rappresenta la parte artistica e poetica d'un cristianesimo rinnovato, e Rosmini e Gioberti quasi la parte costituzionale, cioè le teorie di quelli che han conciliato gl'interessi politici, applicate alle cose religiose.
L'idea democratica è: Dio e l'umanitá. Una volta fra Dio, gli uomini e i popoli vi erano organismi intermedii, papa, imperatore, preti. Ebbene, sostiene Mazzini, se vogliamo reintegrare il sentimento di Dio nella coscienza, prima condizione è che la coscienza sia libera ed ognuno si foggi il suo Dio secondo il suo stato di educazione e d'istruzione.
Ma per reintegrare il sentimento di Dio, bisogna prima averne un'idea chiara. Cos'è, dunque, questo Dio di Mazzini?
Ho letto con molta attenzione articoli e manifesti in cui egli espone le sue idee. Ebbene in conchiusione, è quello un Dio oscillante fra due concetti - un Dio personale ed un Dio impersonale.
Quando Mazzini parla al popolo, il suo è il Dio come tutti lo concepiscono, essere supremo da cui derivano le leggi dell'umanitá; ma quando, attraverso i suoi veli, vuol filosofare e svelare le sue idee piú intime, per lui Dio sarebbe la forza misteriosa del pensiero universale, quasi l'ordine e l'armonia universale, l'ideale.
Ciò si vede chiaro da una lettera scritta in francese al Sismondi, la quale è importante perché, dovendo parlare ad un uomo autorevole come lo scrittore della Storia delle repubbliche italiane, Mazzini si esprime piú da pensatore che da agitatore.
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