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      Tutte le rivoluzioni fatte finora, egli dice, sono state schiacciate in nome di Dio, e la grande resistenza che le idee liberali incontrano nelle moltitudini è dovuta alla credenza che i propugnatori di esse sieno nemici di Dio. Facciamo che questo Dio de' tiranni diventi Dio liberale e progressista, serviamoci delle stesse formole, degli stessi nomi a cui le moltitudini sono abituate, e le avremo con noi.
      Dunque questo del Mazzini è un Dio politico, e ciò costituisce un vizio intrinseco del suo sistema. Quando non avete fede e sentimento, a che servirvi di questi nomi per fini politici? Parlate pure di politica, non di religione, che non esiste dove non è fede né sentimento.
      Due concetti religiosi ha Mazzini. Il primo è: sopprimere gli organismi intermedii fra l'uomo e Dio. Questo è concetto protestante. Mazzini aborre dal protestantesimo, dichiara di non aver niente a fare con esso, ma la veritá è che la Riforma si fonda su quel concetto. Tutti sanno che per la Riforma l'uomo è sacerdote a sé stesso, legge la Bibbia e la interpetra secondo la sua coscienza e la sua intelligenza: la lettura della Bibbia è fondamento di tutte le scuole elementari ne' paesi protestanti.
      Ma tutto questo va a finire all'anarchia, a quel famoso individualismo da cui uscí la Rivoluzione francese e che Mazzini combatte ad oltranza.
      Se ogni uomo può foggiare a suo modo la sua religione, non avremo mai quella religione che dev'esser base del risorgimento nazionale. Dunque Mazzini crede che bisogna riedificare un'autoritá religiosa che impedisca la confusione e tenga uniti insieme i credenti.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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