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      [Roma, 22, 23 e 24 febbraio 1874.]
     
     
     
      V
     
      GIUSEPPE MAZZINI
     
      Quinta lezione del prof. Francesco De Sanctis.
     
      Determinate le opinioni religiose, filosofiche e politiche di Giuseppe Mazzini, ci rimane ora a toccare brevemente delle sue opinioni letterarie, avvicinandosi il momento di considerarlo come scrittore e come oratore. Č notevole in lui l'unitá e la coerenza di tutti gli aspetti della vita: quindi lo troveremo in letteratura come lo abbiamo trovato in religione, in filosofia, in politica.
      Quando egli venne su, Manzoni aveva compiuto la sua orbita co' Promessi sposi, e la sua scuola s'era stabilita e predominava in Italia. Cesare Cantú, Tommaso Grossi, Silvio Pellico, D'Azeglio, Tommaseo erano nomi giá conosciuti e riveriti. Mazzini si dette agli studi letterari con un bagaglio di cognizioni il quale, se assolutamente non puň parere sufficiente, oltrepassava le cognizioni comuni delle classi intelligenti di allora. Aveva studiato i classici italiani, non era ignaro della letteratura tedesca e inglese, soprattutto della francese; e non solo conosceva le opinioni letterarie messe in voga dagli Schlegel, dal Cousin, dal Villemain e da altri, ma personalmente conosceva parecchi di quelli che andavano per la maggiore.
      Non era coltura sufficiente. Ciň si puň dire soltanto quando uno sceglie un ramo solo di coltura ed in esso si profonda e lo guarda da tutt'i lati in modo da acquistare speciale competenza per quelle cose. In lui la coltura č estesa, ma nessun ramo di essa ha fatto oggetto speciale de' suoi studi; in nessun ramo egli č calato sino a quelle profonditá per cui si acquista seriamente il titolo di uomo colto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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