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      Quindi mentre Mazzini vede in Napoleone il grande individuo che pone fine all'individualismo, considera Victor Hugo e Rossini come gli ultimi rappresentanti dell'arte fondata sull'individualismo. Conseguenza di questa arte č il genio abbandonato a sé, l'anarchia, l'arte ridotta a puro materialismo, a puro fatto storico: infatti erano in voga allora i romanzi storici senza qualche idea superiore che desse significato a' fatti: questa letteratura doveva finire nel puro plastico.
      Secondo Mazzini, Victor Hugo č l'anarchia nell'arte, non la fine d'un'autoritá capricciosa attinta in Aristotile, in Orazio, in Gravina ed altri. - -E Rossini? In un lavoro sulla musica, Mazzini discusse la questione: Rossini non č creatore d'una musica nuova, č il restauratore della musica italiana, il principe della melodia cui sfuggono tutt'i misteri dell'armonia, č il grande artista che a tutto dá precisione di contorni, che analizza una passione in tutte le sue pieghe fino agli ultimi limiti; ci si vede il finito, il plastico musicale, non l'armonia, quella potenza che vi stacca dalla terra e vi porta nel regno delle ombre, de' chiaroscuri, dell'indefinito, del vago, dove č grande la musica tedesca.
      Che cosa č, per Mazzini, Manzoni e la Scuola manzoniana? Vorrei leggervi una pagina dove egli parla di Manzoni e farvi sentire con che rispetto filiale ed amore e riverenza ne parla, simile quasi ad amante che si volge al suo ideale. E parla della scuola manzoniana con grande rispetto, la sua ira č tutta contro i disertori di quella scuola nella quale trova sinceritá e convinzioni.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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