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      Aggiungete che noi siamo sicuri della sinceritá sua. Ora che la morte mette termine alle parzialitá ed alle calunnie, ed abbiamo innanzi non piú un uomo vivo ma una memoria, sentiamo tutti come probitá, lealtá, disinteresse, sacrifizio di sé alla patria, costituiscano un tipo eroico, da cui egli traeva autoritá quando domandava agli altri eroismo.
      Certo, se devo rendere conto delle impressioni che ho ricevute leggendo i suoi scritti, non v'č in tutto ciň qualche cosa di sí vicino a noi, di cosí reale che noi potessimo sentirci uniti a lui, pieni per lui di amore e di simpatia. Ma c'č sempre ciň che impone rispetto e proibisce la distrazione. Nel suo ingegno c'č un po' troppo del pedagogo, dell'uomo che sta in cattedra ad insegnare: nella sua morale c'č un po' troppo del Catone rigido, il quale domanda troppo e s'irrita d'ogni debolezza; c'č del crudo e dell'esagerato da cui appunto non viene simpatia, ma c'č sinceritá e dignitá che c'impone rispetto.
      Quest'uomo che abbiamo delineato con coscienza ed imparzialitá da tutt'i punti di vista, che cosa puň essere come scrittore? I caratteri della scuola democratica, ve li dissi, sono: partire dalle idee, e mettere a base della letteratura un'idea assoluta, stile sintetico e poetico, lingua oratoria, in generale opposizione alla letteratura della scuola liberale. Se dicessi che questi sono i caratteri di Mazzini come scrittore, non avrei detto niente ancora: essi li trovate in tutti gli scrittori democratici italiani, in Guerrazzi, in Niccolini, in Berchet.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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