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      Ricordo a quanti costò la prigionia quella lettera che girava di nascosto e suscitava le ire della polizia. E quanto entusiasmo destò, voi non potete sentirlo, perché il frutto non lo avete desiderato, ve lo trovate innanzi mondo e fresco. E quante immaginazioni riscaldò! Rileggendo ora quella lettera, in fondo vi ho trovato una specie di sillogismo rivolto a Carlo Alberto: - Voi siete sul trono, tutta Italia freme: che farete? volete resistere al popolo? col ferro o con la corruzione? se col ferro ve ne verrá questo, se con la corruzione ve ne verrá quello. Dunque una via sola vi resta; pronunziate la grande parola che vi dará gloria imperitura: l'Italia sia libera ed una.
      Questo è il concetto. Leggendo, a volta a volta, fra una apostrofe ed un'altra, comparisce la dottrina, una maniera filosofica di dire che vi raffredda e produce subito dissonanza.
      Poiché il suo ideale è la veritá universale, trovate in lui un generalizzare, un personificare ed un esagerare. Quando si ha innanzi non la veritá com'è nella vita, nel complesso della sua esistenza, ma qualche cosa di dottrinario e di assoluto, non potete che esagerare, perché ogni assoluto è esagerazione. Quindi la tendenza a non dire mai le cose come si presentano all'intelligenza, ma per rapporti e metafore.
      Prendete questa stessa lettera. Vuol dire una cosa giá detta da Machiavelli. Ricordate con che magnificenza, con che precisione di contorni, con quanto senso della realtá Machiavelli presenta l'Italia a' Medici nella conchiusione del suo celebre Principe.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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