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      Vedete ora come Mazzini rappresenta l'Italia, ciņ che meglio delle mie osservazioni varrį a mostrarvi i suoi caratteri come scrittore.
     
      «Sire, non avete mai cacciato uno sguardo, uno di quegli sguardi di aquila, che rivelano un mondo, su questa Italia, bella del sorriso della natura, incoronata da tanti secoli di memorie sublimi, patria del genio, potente per mezzi infiniti.... E non avete mai detto: la č creata a grandi destini? Non avete contemplato mai quel popolo che la ricopre, splendido tuttavia, malgrado l'ombra che il servaggio stende sulla sua testa, grande per istinto di vita, per luce d'intelletto, per energia di passioni?...
      Riunisci le membra sparte e pronuncia: Č mia tutta e felice; tu sarai grande siccome č Dio creatore, e venti milioni di uomini esclameranno: Dio č nel cielo, e Carlo Alberto sulla terra.»
     
      Qui sentite quel non so che di mistico e di religioso che, come ho osservato, egli mette in tutto. L'Italia č presentata come una donna circondata di memorie; il popolo italiano, personificato anche lui, diventa popolo tipo. Non trovate qui l'Italia di allora, ma caratteri poetici e generali, non l'individuo vivente, ma un'Italia alla maniera di Filicaia, come piś tardi nella giovane etį personificņ Leopardi. Leggete per esempio: l'Italia patria del genio. Ma il genio non ha patria, e patria del genio potrebbe dirsi anche la Grecia. Sono frasi che escono dall'immaginazione senza quel limite e quella misura in cui č la veritį dell'ideale.
      Posta la base e l'ideale di cui vi ho parlato che cosa puņ essere lo stile di Mazzini?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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