Fucina infame, ove si fan catenePer tante genti!
E seguita cosí.
C'è una poesia che meglio d'ogni altra può darvi idea di questo stile fantastico, rettorico di Rossetti, quella composta sul legno inglese quando si metteva in salvo e lanciava imprecazioni contro quella stessa famiglia reale che prima aveva lodata: è la scomunica di cui vi ho detto. Ci notate innanzi tutto un gioco artifiziale di rime, l'una addossata all'altra, sí che ne trovate anche in mezzo al verso, e poi un gioco di quattro parole, terra, mare, cielo e fuoco, il quale ricorda la celebre ottava dell'Anguillara:
Pria che il ciel fosse, il mar, la terra e il foco,
Era il foco, la terra, il cielo e il mare, ecc.
Rossetti vuole scomunicare Ferdinando togliendogli acqua e fuoco, come avrebbe fatto un pontifex maximus:
Re fellon che ci tradisti,
Tu rapisci e non racquisti,
Maledetto, o re fellon,
Sii dall'austro all'aquilon!
Maledetto ogni malnatoChe ha tramato insiem con te!
Maledetto ogni soggettoChe ti lambe il sozzo piè!
Ti sian contro in ogni locoCielo e terra, mare e foco;
Né dien tregua a un infedelFoco e mare, terra e ciel!
Sí, ti faccian sempre guerraCielo e terra - foco e mar!
Ti stia scritto - il tuo delittoSulla mensa e sull'altar!
Non c'è altro che sforzi per riuscire all'effetto.
Giorni sono udii un giovane pianista e giá celebre, Alfonso Rendano, una speranza del nostro paese. Suonò un pezzo di Schumann che mi è venuto a mente leggendo questa scomunica, perché è un motivo ben determinato che sale e sale e sale, poi scende e scende e muore in un sospiro.
| |
Rossetti Anguillara Ferdinando Alfonso Rendano Schumann
|