- Ecco un esempio. Rossetti scrisse una poesia quando Niccolò I di Russia fece un viaggio in Italia: i cavalli di bronzo ricordano la sua venuta in Napoli. Egli s'incontrò in Roma col papa. Rappresentando quello che allora era capo del dispotismo europeo venuto a vedere il frutto della sua politica, quante immagini commoventi si potevano trovare? E quanta passione voi vi attendete? Ma guardate: Niccolò visita il papa:
Nel viaggiar di Scizia in Vaticano
L'orso (ché il pari al par si ravvicina)
Ossequioso gli leccò la manoE tutta in lui versò l'alma ferina:
L'autocrata al teocrata lontanoSi giunse e la fè greca alla latina
Ambi il popol fedel scemar non poco,
Col gel lo Scita ed il Roman col foco.
Niccolò è rappresentato come un orso:
Ovunque ei passa, ogni alma si conturba,
Ed ei schifo di tutti il grugno arriccia:
- Ve' l'orso che salvatico s'inurba, -
L'un dice all'altro, e ognun ne raccapriccia;
E sel figura fra sbranata turbaGuazzar nel sangue che fumando spiccia;
E mentre spiega l'ugna e il pelo arruffa,
Sangue bee, sangue anela e sangue sbuffa.
Sono ottave modellate su quelle del Marini, in cui subito sentite il Guidi, il Filicaia, i poeti del Seicento.
Dunque che c'è in queste poesie di Rossetti? Niente di quello che comunemente s'è ammirato: mi paiono tutte impastate in una forma non nostra, che non è piú del nostro secolo, ch'è tutta imitazione, incalorita artifizialmente dalla rettorica. Eppure Rossetti, a dispetto de' preconcetti letterari avea una certa originalitá; nessuno gli può negare una certa dolcezza e mollezza di sentire capace d'intenerirvi, che molte volte dà interesse a' suoi versi.
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