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      Nacque metafisico, nella metafisica mise un intonaco biblico e rettorico: se volete trovare qualche cosa di notevole dovete grattar via tutto questo e guardare quel che gli viene dalla dolcezza e dalla malinconia del cielo di Napoli. Lavori notevoli per questo rispetto mi paiono alcuni da lui condannati come giovanili, dove la spontaneitá dell'etá mantiene la naturalezza, e poi due che mi sembrano i soli suoi gioielli, che non hanno niente di solenne e mostrano un cuore che si rivela in mezzo alla vivacitá delle impressioni e si abbandona a' suoi sentimenti.
      Il primo rappresenta lui che dalla nave la quale lo mena da Malta a Londra, manda un addio a Napoli; in quel momento quante immagini di ricordanze spuntano nella sua mente, la chiesa, la scuola, i campi dove andava a chiappare i grilli e cogliere le uve, - la miseria della cittá, lo stato di servitú in cui giace, la sua triplice civiltá: a poco a poco il cerchio si allarga, Napoli diventa tutta l'Italia, ma intanto il vascello si allontana, ed il poeta finisce:
     
      Addio gentil Partenope,
      Addio per sempre, addio.
     
      Poi c'è un'altra poesia brevissima, che mi pare la piú bella. Tutti ricordate il Romito del Cenisio di Berchet: uno straniero partito dalle nebbie del settentrione viene a visitare l'Italia, ma sentendo il racconto di tante sventure, torna indietro: è una situazione drammatica stupenda, di cui non abbiamo esempio in Rossetti che lascia fuggire le situazioni piú belle. In questa breve poesia, Rossetti rappresenta l'impressione che gli fa Londra al suo arrivo:


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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