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      Si vede in lui il contemporaneo di Troya, di Manzoni, di Romagnosi? Si sente in lui l'eco di tutto quel grande movimento storico e letterario con cui cominciò il secolo XIX, e da cui fu determinato lo spirito del secolo? No. Non solo egli rimane estraneo a quel movimento, ma si mostra anche inferiore ai nostri grandi storici del Cinquecento, a Machiavelli ed a Guicciardini. Chi guarda alle apparenze, certo troverá piú di Tacito nella forma solenne e rugosa, se cosí posso dire, di Colletta; ma chi guarda alla sostanza vedrá piú vicino a Tacito, per esempio, Machiavelli, le cui nuove e profonde analisi storiche e psicologiche lo mettono presso a quel grande che fu detto il piú profondo degli antichi. Poiché in questa storia è un contenuto abborracciato, fragile, male studiato, con nessuna profonda ricerca ed analisi, essa potrá rimanere utile per lo studio di certi quadri, di certe forme elette, ma non possiamo attribuirle molta importanza come storia; tanto piú se ricordiamo che in quel tempo tedeschi, francesi, inglesi producevano storie belle per arte, drammatiche, e storie filosofiche; e comparivano profonde opere di filosofia della storia, come quelle di Herder e di Hegel. -
      Dunque dal seno del 21 non esce una nuova letteratura, eppure la reazione del 21 ha generato tutto il movimento veramente italiano della nostra letteratura, e colui che lo inaugurò e primo spinse l'Italia per quella via fu il grande lirico patriota Giovanni Berchet.
      Spesso mi son domandato: che c'è di vero nella frase ampollosa che dal sangue dei martiri esce la libertá? Detta e ridetta, è diventata rettorica.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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