Chi piglia a leggere quel giornale ch'ebbe corta vita perché dopo un anno fu soppresso, troverá la maggior parte degli articoli scritti da Berchet, e per lo piú firmati Grisostomo, come la lettera. E per unire agli scritti critici gli esempii, pubblicò ancora traduzioni dal tedesco e dall'inglese.
Questo è Berchet romantico, nella sua seconda maniera.
Intanto come viveva? Non volle fare il negoziante; appena potè ottenere un posticino di traduttore in un pubblico uffizio, e trasse miseramente innanzi la vita.
Scoppiò la rivoluzione e fu seguita dalla reazione. Alcuni, come Silvio Pellico e Maroncelli andarono allo Spielberg, altri come Arconati riuscirono a fuggire, e Berchet, avvisato da una signora poco prima del momento in cui sarebbe stato arrestato, aiutato da un francese, fuggí, e, come il Parto, fuggendo gittò i suoi primi strali contro l'Austria, l'Esule di Parga, il Romito del Cenisio, ecc. In Londra visse tenendo la corrispondenza mercantile per un negoziante italiano. In mezzo ad occupazioni cosí prosaiche trovò ispirazione sufficiente per lanciare all'Italia i suoi canti immortali. Essi sono pochissimi, sette od otto, brevissimi, e, fra i pochissimi alcuni soltanto rimangono veramente imperituri perché lavorati con studio e con ispirazione. Tutto quel fuoco durò poco: la sua fama la deve a tre o quattro componimenti poetici, poiché dopo alcuni anni non ne scrisse piú. Verso il 1829 lo vedete come uomo che cerchi ricordare sé stesso, ritrovare l'antico poeta, non come uomo che abbia ispirazione fresca e presente di patriottismo: cosí comparvero le sue Fantasie.
| |
Berchet Grisostomo Berchet Silvio Pellico Maroncelli Spielberg Arconati Berchet Parto Austria Esule Parga Romito Cenisio Londra Italia Fantasie
|